Skin-to-Skin Contact
Lo Skin-to-Skin Contact (contatto pelle a pelle) si riferisce alla pratica di appoggiare il neonato sul petto nudo della madre subito dopo la nascita.
Questa pratica è raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), non solo per i neonati sani a termine, ma anche per i neonati pretermine e di basso peso alla nascita (<2,5 kg)1.
In Italia, il libro “Standard Organizzativi per l’Assistenza Perinatale”2 promosso dalla SIN (Società Italiana di Neonatologia) prevede come standard assistenziale che ogni punto nascita garantisca il contatto pelle a pelle (SSC), sia per neonati fisiologici e in assistenza minima, che per neonati in assistenza intermedia e neonati in assistenza intensiva.
Effetti su neonato e madre3
- Calma e rilassa sia la madre che il neonato;
- Regola la frequenza cardiaca e la respirazione del bambino, aiutandolo ad adattarsi meglio alla vita fuori dal grembo materno;
- Stimola l'interesse per l'allattamento al seno;
- Regola la temperatura;
- Consente la colonizzazione della pelle del bambino con i batteri amici della madre, proteggendolo così dalle infezioni;
- Stimola il rilascio di ormoni a sostegno dell'allattamento e della maternità.
Benefici per genitori e neonato a breve termine4
- Miglioramento della transizione alla vita extra-uterina;
- Miglioramento della precoce stabilizzazione fisiologica nei neonati pretermine;
- Aumento dei tassi di allattamento al seno;
- Miglioramento nella crescita;
- Miglioramento del sonno;
- Aumento dell’attenzione dei genitori nei confronti delle esigenze e dei segnali del loro bambino;
- Aumento dell’empowerment e dell’autoefficacia dei genitori;
Benefici per genitori e neonato a lungo termine4
- Aumento dei tassi di allattamento al seno, oltre la fase neonatale;
- Miglioramento del legame genitore-bambino e della salute mentale;
- Miglioramento dell’immunità, diminuzione delle riospedalizzazioni;
- Riduzione della morbilità legata alla prematurità in età adulta;
- Miglioramento dei risultati del neurosviluppo e del comportamento sociale nella prima età adulta;
- Diminuzione dello stress dei genitori;
- Miglioramento degli outcomes materni legati all’allattamento al seno.
Rooming-in
Il rooming-in si riferisce alla pratica di permettere la permanenza del neonato 24 ore su 24 nella stessa stanza della madre per tutto il tempo di permanenza in ospedale.
Questa pratica è promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Ministero della Salute ed è inserito tra i dieci step fondamentali per il successo dell'allattamento5.
In Italia, il libro “Standard Organizzativi per l’Assistenza Perinatale”1 promosso dalla SIN (Società Italiana di Neonatologia) prevede come standard assistenziale che ogni punto nascita permetta di praticare il rooming-in per neonati fisiologici e in assistenza minima.
Benefici 5
- Facilita il crearsi di un legame affettivo;
- Rende possibile l’allattamento al seno tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento;
- Permette un contatto più stretto con il padre e gli altri familiari;
- Riduce il rischio di infezioni neonatali, sia perché il neonato non resta nella nursery dove è più esposto a batteri e micro-organismi, sia perché il contatto madre-figlio favorisce la colonizzazione della pelle e del tratto gastroenterico del neonato da parte dei micro-organismi materni, che tendono a non essere di natura patogena e contro i quali agiscono gli anticorpi contenuti nel latte materno;
- Riduce il tempo impiegato dal personale per portare i neonati dentro e fuori le camere materne, consentendo di svolgere altre mansioni.
Obiettivi2
- Favorire la relazione madre-neonato, padre-madre-neonato;
- Sostenere la madre nella presa in carico autonoma del proprio bambino per acquisire manualità e confidenza nelle pratiche di allattamento e di accudimento;
- Avviare il processo di sincronizzazione dei ritmi sonno-veglia bambino-madre;
- Accompagnare il partner o altro familiare/amico designato dalla madre nel sostegno alle cure del neonato.